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Visualizzazione dei post da luglio, 2014

Che giornata a Vallelunga: Drive Me!

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Un amico conosce i tuoi punti deboli. E così un amico mi ha costretto a prendere un giorno di ferie per raggiungerlo in pista a mettere in piedi un progetto, a mio avviso, bellissimo. Non vi svelerò certo il progetto, anche se vi dico che auguro a Cosimo Solazzo di vincere questa scommessa perché lo merita. Mi limito a dirvi che si parla di guida sicura. Vengo consegnato alle cure dei coach del centro di guida sicura di Vallelunga, Paola e Andrea, e di una guest star, il pilota di rally Tobia Cavallini. Tra me e me penso, sinceramente, di poter eccellere in questa giornata. Lo penso nel viaggio verso l'autodromo e lo penso vedendo le auto che userò nelle varie prove (Toyota Auris ibride, tra l'altro auto che scopro essere eccezionali). Lo penso anche sognando un finale epico: nessuno me lo ha detto ma in fondo al cuore spero di poter girare in autodromo con una vettura sportiva. Mi portano al centro di guida sicura, dove mi accorgo di una serie di piste costruite appositam

Bologna, crocevia di equivoci e demagogia

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A pochi giorni dall'inchiesta di Repubblica sulla rete non autorizzata di scommesse, che ha evidenziato un fenomeno sconosciuto ai più ma dalle dimensioni imbarazzanti, balza alla ribalta della cronaca di settore un'iniziativa pittoresca del Comune di Bologna, a firma dell'Assessore alla Sicurezza e Legalita Nadia Monti . Al grido di "No Slot", motto ormai propagatosi come certificato di purezza dell'Ho.Re.Ca., bandiera blu del buon bere, denominazione di origine protetta dell'esercente modello, e che comunque meriterebbe più di un dibattito al posto di certe sterili propagande politiche travestite, si è deciso di rendere off-limits, nella rete wi-fi free messa a disposizione dal Comune nella zona centrale del capoluogo emiliano, i siti di gioco legali: siti di scommesse sportive, poker, bingo (e ovviamente anche Casinò, con le famose slot) dotati di licenza AAMS. In poco tempo siamo passati dal tentativo (mal riuscito) di inibire i siti non

L'ultima cena di #Twittao14 e il pagellone (incompleto)

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L'invito era chiaro e, forse per evitare rappresaglie celesti, sono arrivati in tantissimi al Baja, ieri sera, per celebrare la chiusura di #twittao14 ed il suo epilogo sportivo (onore al vincitore, Marco Castelnuovo, arrivato col primo aereo da Torino per sventolare in faccia al Signor Pardo quel trofeo che, fino alla fine, rimbalzava tra 3 concorrenti). Lo dico subito, è stata una grandissima emozione. Non importa quante energie possa averci investito ma vedere che il biscazziere che è in me veniva sdoganato da cotanti ospiti illustri, a tal punto da farmi sentire a casa, ha ripagato dieci e cento volte questo mese e mezzo di conteggi, mail e tweet impazziti. L'emozione c'è anche per il momentum , come direbbero gli inglesi, creatosi sulla terrazza di questo barcone, pensieroso su una riva del Tevere, in una Roma che ci ha graziati con le sue nuvole passeggere e ci ha regalato una serata mite... perfetta insomma. Grandi dibattiti sul futuro di questo format, circolan

Il mercato bianco, nero e... grigio

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Vorrei dire la mia sulla vicenda del giorno (almeno per chi si occupa di gambling) ovvero l'annosa diatriba tra concessionari e non nel mercato del betting. Vicenda balzata alla ribalta grazie ad un intervento del Presidente Maurizio Ughi, aggiungerei in perfetto stile Ughi. Dove stile Ughi vuol dire: dire le cose senza peli sulla lingua, dirle con in modo unico e difficilmente replicabile, dirle facendo arrabbiare qualcuno. Chi legge potrebbe pensare che Ughi rappresenta il prototipo di Paddyman, a questo punto, e come potrei dargli torto? Torno a monte: l'ex Presidente di SNAI, il maggiore operatore di scommesse autorizzate in Italia, ha acquistato fior fior di pagine di quotidiani per pubblicare una lettera aperta al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Lettera aperta in cui tuona contro uno status quo che pone i concessionari in diretta (ed impari) concorrenza con una serie di operatori - concedetemi, alcuni di questi dai nomi improbabili - che affollano le vie dell

Barracuda

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A modo mio. Volevo vivere quelle settimane tropicali affinché potessi ricordarmene davvero per tutta la vita. E non è facile. Dici sempre che questa o quell’esperienza sono state indimenticabili, ma poi pian piano la foto si sbiadisce. Cominci a perdere il tepore dei dettagli, le sensazioni più fisiche di quei momenti che ti hanno lasciato il cuore così irragionevolmente spalancato. E l’esperienza indimenticabile, piano piano, diventa una storia da raccontare. Stavolta no: stavolta volevo qualcosa che potesse ritornarmi in mente ogni volta che avessi solleticato quel ricordo, schiacciando un tasto magico, annusando un soffio tipico. Barracuda . Marcello mi aveva insegnato davvero bene a pescare da quel molo. In teoria potevo cavarmela da solo. Io. Un molo di legno che si addentrava solo per qualche metro nel mezzo del canale che, con la marea, poteva essere una spiaggia umida o una piscina assolata. Un cappello di paglia comprato per dieci dollari da un’artigiana oversize in paese.

Digressione oceanica

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Al   chiringuito  di Stocking Island davano fish fries e cheeseburger. Ero seduto su uno sgabello sotto il portico legnoso; davanti a me l’oceano, cristallino e mansueto, era solo solleticato da una piccola onda che si frantumava sulla sabbia bianca. Riuscivo ad interpretare il senso della corrente, osservando il suo moto regolare e vibrante, che lambiva, senza inumidire, il bagnasciuga per trascinarsi ad est: quella corrente non aveva ben capito di che morte morire. Da quelle parti capita spesso così: che il mare quasi voglia scherzare con te che sei lì, seduto sulla riva, portandoti via lentamente, e senza un’apparente ragione, verso le profondità del blu. I pensieri più stravaganti su persone e cose erano come amplificati dal sapore della birra locale, una birra che tratteneva gelosamente, nel suo gusto agrodolce, il soffio del vento ed il saluto del sole. Il contenuto di quei pensieri si faceva allora sempre più concreto, crogiolandosi negli umori estivi ipnotizzati dall’influ

Il sarcasmo in un cassetto

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Al Comune di Milano hanno perso il senso dell'umorismo. Oppure bisogna chiedersi se l'hanno mai avuto? Io non vivo lì da un po' quindi non ho molta voce in capitolo; ma una cosa curiosa è accaduta con una mia recente creatura... #PIRLAPOWER Come molti di voi sapranno, l'umiltà non è una mia dote naturale. Ma sappiate, ci sto lavorando... Però una cosa devo dirla: questa maxi affissione era da ammazzarsi dal ridere e, sì, provocava qualche prurito nei politicanti di basso profilo. Le davo, però, una vita più lunga di 48 ore. Magari non i 15 giorni previsti per la campagna. Ma non 48 ore. Ebbene, l'affissione è stata rimossa dopo 48 ore. Gli amici della concessionaria non avevano molte parole per scusarsi dell'accaduto e li capisco anche. Gli ho chiesto però una motivazione e, per ora, il massimo che ho ricevuto come feedback è "lesiva del pubblico decoro". Pubblico? Io forse direi "lesiva del politico decoro". E se fosse così allora, ok, rim